"Cruel and unusual" ("Crudele e al di fuori di ogni consuetudine"): una definizione inquietante che in genere si dà a tutte quelle pene inflitte per legge che prevedono il dolore, la sofferenza e l'umiliazione degradante di un condannato. Una deprecabile applicazione della giustizia che negli Stati Uniti viene apertamente stigmatizzata - ed è paradossale - attraverso l'Ottavo Emendamento, precetto costituzionale a cui i comitati per i diritti civili si richiamano nella loro strenua battaglia contro la pena di morte.
Non esiste, dunque, titolo migliore per definire fin dall'inizio i contenuti del graphic novel scritto a quattro mani dall'inglese Jamie Delano e dall'americano Tom Peyer per i disegni del nord-irlandese John McCrea, supportato dagli inchiostri di Andrew Chiu, che la Green Comm Services di Cagliari ha deciso di tradurre per il mercato italiano (proponendolo in anteprima all'edizione 2013 di Lucca Comics & Games, in corso proprio in questi giorni).
Pubblicato originariamente nel 1999, come miniserie in quattro numeri, sotto l'egida della Vertigo, sub-imprint della DC Comics, e in seconda battuta, nel 2007, dall'indipendente Desperado Publishing, Cruel and Unusual prende le mosse da un evento reale: la nascita, negli Stati Uniti, a partire dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso, di istituti carcerari gestiti da soggetti privati. Una modalità di conduzione degli istituti correttivi che appare, fin dai suoi assunti di base, semplicemente aberrante.
Jamie Delano - famoso soprattutto per lo straordinario ciclo d'esordio della serie "John Constantine: Hellblazer", sempre targata Vertigo - e Tom Peyer - a lungo sceneggiatore ed editor sia per la Marvel che per la DC Comics - immaginano, perciò, una realtà distopica in cui l'intreccio tra capitale, politica e mass media ha mandato allo sfacelo le istituzioni democratiche, sostituendole con un assetto sociale fondato sulla prevaricazione, la corruzione, la mercificazione dei corpi e l'assuefazione popolare alla logica dei reality show.
E se penate che le ipotesi di Delano e Peyer non si discostino per nulla dalla cronaca quotidiana, be'... siete nel giusto. Leggere Cruel and unusual significa, infatti, effettuare un salto in un universo grottesco e disturbante che ci appartiene in toto, ma di cui, nonostante tutto, troppo spesso non riusciamo a comprendere lo schifo che lo pervade.
Visualizzato con segni rapidi ed espressionisti che proiettano sulle tavole disegnate elementi e situazioni scioccanti, carichi di elevata forza satirica, Cruel and unusual è ambientato in prevalenza all'interno di una prigione privata della Florida strutturata come un inferno dantesco e votata al profitto di coloro che la gestiscono. In questo contesto, la direttrice-manager designata a contenere le perdite e a incrementare i guadagni - una bella donna con parecchi scheletri nell'armadio, mandata lì sotto ricatto - cerca di non soffocare nella melma in cui si ritrova immersa, industriandosi per portare all'attenzione dell'opinione pubblica le nefandezze inaudite che avvengono in quel luogo.
Ma come si può de-anestetizzare un popolo che considera i pregiudicati come carne da macello e la pena di morte come uno spettacolo da prima serata televisiva?
Proposto in Italia in un bel volume di 128 pagine (il progetto grafico e l'impaginazione sono di Daniele Tomasi), a tiratura limitata e numerata (999 copie), con belle traduzioni a cura di Giovanni Vito DiStefano e Cesare Giombetti e una copertina inedita realizzata dal talentuoso Davide De Cubellis, Cruel and unusual è inserito nella Collana Visioni, nell'ambito della quale è già stato pubblicato 2020 Visions, un'antologia di racconti scritti ancora da Delano e illustrati da talenti come Frank Quitely, Warren Pleece, Steve Pugh e James Romberger.
Il libro (che costa 21 euro e 90) propone, in appendice, anche una bella sezione di schizzi e layout realizzati da McCrea (noto al pubblico italiano soprattutto per Hitman e The Boys, due serie di culto scritte dal suo connazionale Garth Ennis), un'intervista agli autori e due interessanti excursus storico-critici redatti dagli infaticabili DiStefano e Giombetti.
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