31 gen 2008

The Sunset Zone: Joe Jackson e Toto

Cos'è un tramonto? Cos'è un crepuscolo?

Al di là delle definizioni scientifiche, è inutile tentare di fornire una risposta. Il tramonto e il crepuscolo sono stati dell'anima che ognuno percepisce a modo suo.

Eppure c'è qualcuno che è riuscito a catturare l'essenza piena, emotiva di queste particolari ore del giorno.

Se mi domandate cosa significava vivere la prima adolescenza nei primissimi anni Ottanta, cosa si provava di fronte al tramonto e al crepuscolo, non potrei far altro che rimandarvi ai video di Steve Barron.

Barron è stato uno dei codificatori del moderno linguaggio dei videoclip: il suo lavoro per Steppin' Out di Joe Jackson si pone al servizio di una grandissima canzone - contenuta in un album altrettanto grande se non indispensabile, Night & Day - comunicando perfettamente il "senso pieno" dell'ora del crepuscolo e il dipanarsi di una magnifica notte newyorchese.



Poi c'è Rosanna dei Toto che può piacere e non piacere, ma il cui video resta un documento insostituibile per comprendere come la magia del tramonto e del crepuscolo - filtrata attraverso un disastrato paesaggio metropolitano in fase di espansione, un preludio al futuro - venisse percepita un quarto di secolo fa, influenzando le visioni dell'immaginario collettivo.
Il primo passaggio strumentale del pezzo ha fatto epoca ed è una sorta di madeleine proustiana per chiunque abbia vissuto quel periodo.


Buona visione.

28 gen 2008

Ancora a proposito di supereroi



Luca Miele è un giornalista di Avvenire col quale ho avuto modo di comunicare in più di un'occasione.

Luca ha apprezzato molto Supereroi e Superpoteri, il mio libro sui supereroi americani, e l'ha più volte segnalato sia attraverso la carta stampata che online.

Qualche settimana fa mi ha richiesto un'intervista per la rivista telematica BombaCarta e io - vista anche l'alta qualità delle sue domande - sono stato lieto di concedergliela.

La trovate esattamente qui.

Se vi va, buona lettura.

L'opera di Adrian Tranquilli è tratta dal sito teknetmedia.net

23 gen 2008

Karma Scolastico


Ebbene, lo ammetto: non parlo mai di scuola (che pure è parte integrante se non fondamentale della mia vita).

Non lo faccio perché dovrei generalmente ricorrere a dei luoghi comuni.

Diciamo che adoro il rapporto con gli studenti - che, quando funziona, rende quello di insegnante uno dei mestieri più belli del mondo - e detesto tutto ciò che ruota intorno alle istituzioni dell'insegnamento.

Il racconto che segue è stato pubblicato su "la Repubblica" (edizione di Napoli) l'8 agosto del 2007 generando anche qualche ferma reazione di opposizione al contenuto.

L'unica cosa che posso aggiungere è che mi era sgorgato dal cuore quando un giorno - nel corso del mio unico anno di insegnamento alle Scuole Medie inferiori - mi resi conto del grado di esaurimento e/o presunzione che colpiva molti professori.

Era un campionario di frustrati e wannabe che mi passava davanti agli occhi quotidianamente: madri esaurite, scrittori falliti, persone mentalmente instabili, gente sull'orlo del burn-out, ecc. chiamati a svolgere un ruolo di fondamentale importanza in un ambiente difficile - la periferia orientale di Napoli - dominato dalle sottoculture e dalle logiche camorristiche.

E tutti si aggrappavano disperatamente alle ore (dieci) destinate alle assemblee sindacali e ai giorni di festa come a dei salvagente grazie ai quali fuggire per qualche istante.

Buona lettura.

Karma scolastico


A Sandro Onofri


Non ce la faccio più! Sono diventati impossibili! Ogni volta che sto io in classe deve succedere qualche tragedia! Dovrebbero stare attaccati con le corde sopra le sedie e invece se ne vanno scorrazzando liberi senza che nessuno fa niente!
Volete sapere che cosa è successo? E mo’ ve lo spiego, così capite bene i guai che uno rischia di passare!
Quella sciardella di Nora Elefante, quella che si crede tanto bella, si è messa a fare la scema con Giancarlo Bifronte, quel guappetto della II F che tiene il padre sotto controllo al centro di igiene mentale (e questo già vi spiega tutto…). Comunque – com’è, come non è – a un certo punto qualcuno manda a chiamare Nora in classe mentre c’ero io a fare lezione. E io, fessa fessa, l’ho fatta pure uscire. Ma mica andavo a pensare che quelle galline disgraziate di quell’altra classe… qual è? La I C? Mica pensavo che quelle della I C la volevano pigliare a mazzate?!
Fuori al corridoio è successo il finimondo: le cretine che si scippavano i capelli tra di loro, i bidelli che correvano per spartire chi potevano, i colleghi che uscivano dalle aule e se ne stavano come dei baccalà, i ragazzi che urlavano come dei selvaggi e ripigliavano tutto coi telefonini (quei farabutti, pezzenti, criminali, tutti quanti, quanti ne sono…).
E io? Io a strillare di smetterla e quelle a riempirsi di parole e a darsi alle mani come le vajasse che sono: “Lievate ‘a miezo!”, “Tu si’ ‘na zoccola!”, “Io te squarto!”. Ma voi avete capito? Hanno tredici anni ognuna e già vanno a fare le sgualdrinelle con i maschi!
E in tutto questo vi pensate che il preside ha pigliato qualche provvedimento? Ma no, tutto normale! Di sospenderle non se ne parla nemmeno! Anzi, quasi quasi era colpa mia!
Sono stanca, stanca, stanca di tutto. Ma ditemi voi: chi me lo fa fare? Io tengo mio marito che fa il commercialista e, volendo, potrei starmene tranquilla a casa a guardare le faccende mie e a fare la vita della signora. E invece? Invece mi devo alzare ogni mattina – prestissimo a causa dell’orario incivile che mi hanno affibbiato – per venire in questa scuola di cacca a combattere delle battaglie inutili per quei quattro soldi che mi danno al mese. E dire che lo faccio solo per un senso di missione, per portare un po’ di conoscenza a chi ne avrebbe davvero bisogno e che invece se ne frega…
Io ai miei figli ho insegnato il rispetto, l’educazione e l’importanza dello studio: loro sanno che se si comportano bene li mando dappertutto. E infatti vanno in palestra, a scuola di ballo, a scuola di inglese… Si sono aggregati tutti e due a delle belle comitive della Vomero-bene, gente altolocata: si vede già che vogliono elevarsi, che già si stanno costruendo il futuro. Mica come questi mascalzoni qui che sono buoni soltanto a vendere le verdure al mercato e a campare nei bassi! Se la cercano la loro condizione, è inutile che si stanno a lamentare.
Gliele vorrei dire io quattro cose al preside quando sostiene che sono io a non avere polso, che sono io che mi assento troppo! E ci mancherebbe anche che non mi potessi assentare! Un altro po’ e qui non si può neanche andare a far pipì, come nelle fabbriche dell’Ottocento! Io a quest’ora potevo essere assistente ricercatrice all’università, altro che scuole medie! Alle scuole medie mi ci trovo solo perché mi sono sposata e ho voluto fare dei bambini, non per altro. Ma questi mocciosetti di gente tanto come-si-deve – il migliore di loro tiene perlomeno un parente pregiudicato – mi stanno facendo perdere tutta la mia classe e la mia signorilità.
Ero piena di entusiasmo quando ho incominciato a insegnare, era un lavoro comodo: elargivo cultura, mi guadagnavo i soldi senza chiederli a mio marito così potevo farmi passare gli sfizi, tenevo il pomeriggio libero per rilassarmi e badare alle cose di casa. Però è cambiato tutto: adesso ci sono consigli di classe, controconsigli, collegi dei docenti, incontri scuola-genitori, verbali (che, siccome insegno Italiano, puntualmente toccano a me), carte e cartuscelle, casini che non vi dico… E, soprattutto, ci stanno gli scostumati, scostumati a tutti i livelli, tra gli alunni ma pure tra i colleghi che pare sempre che certi fatti non riguardano pure loro.
Ma come si può andare avanti in una scuola che funziona così? No, no, non è più cosa. Martedì ne approfitto che ci sta una bella riunione sindacale alle ultime due ore così me la scappotto e me ne vado a fare un po’ di shopping a via Chiaia alla faccia di preside, colleghi e compagnia cantante. Perlomeno il sindacato ogni tanto serve a qualcosa.
Poi mi prendo di sicuro un’altra ventina di giorni di malattia, così mi sveglio tardi, mi godo qualche bella giornata di primavera, cucino, invito qualche amica a casa a giocare a burraco e chi si è visto si è visto. Perché se non ci si prende cura di se stessi…
Mi fanno ridere quando si lamentano che la scuola non funziona… ma se sono proprio loro che ti costringono a fare così! Noi insegnanti siamo gente laureata e invece, a quanto pare, ci hanno preso per minatori. Io, col marito professionista, a fare quella che scava le gallerie! Stanno scherzando, non hanno capito proprio niente. Se non mi concedono i miei diritti, vuol dire che i diritti me li prendo io da sola.
Sì, sì, faccio così: altri venti giorni di malattia e poi ci stanno il ponte del 25 aprile e del primo maggio. Quest’anno mio marito, io e i ragazzi abbiamo deciso di andarcene a visitare Barcellona e Madrid con alcuni conoscenti. Ce ne andiamo a respirare un po’ d’aria diversa, fuori dall’Italia.
E poi una voltata e una girata arriveranno pure le vacanze estive. Ho giurato a me stessa che me ne sarei stata per un mese e mezzo stesa su una sedia a sdraio sulla spiaggia di Diamante. E, se tutto va bene, forse ci scappa pure una settimana al villaggio Alpitour di Taormina.
Non vedo l’ora.
Così mi rigenero davvero.

22 gen 2008

Shame on you, Mr. Mastella - Part 2

L'ha fatto.

Svicolatosi dal Governo, Mastella ha deciso di portare con se i Filistei nel baratro.

Con la moglie e e grossi esponenti dell'UDEUR in Campania sotto inchiesta, turbato dalla mancata "amicizia" manifestata dal PD (solamente perché diversi parlamentari del partito di Veltroni si sono rifiutati di rendergli il dovuto lecchinaggio a Porta a Porta di Vespa), preoccupato per il dibattito su una legge elettorale che rischia di tagliarlo fuori dai giochi (e di non contare quindi più un cazzo, com'è giusto che sia, col suo miserello 2%), Mastella ha finito con lo sfiduciare il mandato di Prodi.

Dimenticando, però, che Prodi ci fa la figura del grandissimo statista. Abituato a giostrarsi in una coalizione spesso in stato confusionale, ottimo leader nonostante tranelli, incespicamenti e passi falsi, Prodi invece di rassegnare subito le dimissioni al Presidente della Repubblica, si rivolge al Parlamento con un nobile discorso e decide di giocarsi il tutto per tutto in una sublime "Sfida all'OK Corrall".
Mossa geniale: se gli va bene, Prodi si prende una rivincita epocale e annienta definitivamente la palla piombata di Mastella. Se gli va male, il Presidente del Consiglio non finisce affossato ma deflagra in un Ragnarok luminosissimo che verrà ricordato nella storia.


Pessima figura, comunque, continuano a farla un po' tutti i partiti della Sinistra, dai mortiferi PD ai bizzosi e arteriosclerotici esponenti di Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista e Verdi.

Bellissima figura (a sorpresa), invece, per il figlio minore di Mastella: un ragazzo dignitosissimo che risponde con signorilità e fermezza alla provocazione idiota (non censurabile - quello mai - ma IDIOTA) di un inviato di quel programma pseudo-progressista che è Le Iene.

21 gen 2008

Battle Pope


Il Papa nel nostro Paese gode di una libertà d’espressione sconfinata.

Gli è permesso dire di tutto, può sparare qualsiasi cosa – dalla più grande stronzata alla più grande verità – certo che i media italiani, ossequiosi e ossequianti, riportino integralmente ogni singola parola.

Benedetto XVI è un rissoso bigotto reazionario propenso a esibirsi in deliri dogmatico-concettuali. Ma quei deliri dogmatico-concettuali possono disporre di una cassa di risonanza senza limiti.

Il TG1, innanzitutto, che dedica alla Santa Sede almeno 5 minuti di servizi giornalieri per ogni edizione principale. Anche quando non c’è nulla da riportare.

Il TG2, pronto a impallinare ad alzo zero un Adriano Sofri colpevole di aver ribattuto intellettualmente – e con grande civiltà – ad alcune considerazioni di Ratzinger sulla figura di Gesù di Nazareth.

Tutto lo schieramento telegiornalistico berlusconiano: cattolicesimo e culi al vento, com’è giusto che sia.

Un Parlamento italiano spesso disposto a zerbino e pronto a rispondere acriticamente ai diktat d’oltre-Tevere

Ora, che a Benedetto XVI sia stato impedito di andare all’Università La Sapienza è una palla di proporzioni bibliche (!).

Non è vero che c’erano problemi di sicurezza – smentiti ufficialmente da Palazzo Chigi e dal Ministero degli Interni – e se ci fosse andato avrebbe potuto parlare, nonostante gli eventuali contestatori.

Il problema per il Papa era solo ed esclusivamente mediatico.

Il Santo Padre è un’autorità spirituale la cui immagine per funzionare ha bisogno di un minimo di ieraticità e di scene di massa grondanti consenso incondizionato.

Fateci caso: il Papa viene ripreso da solo, nell’intimità (anche domestica), durante i suoi incontri con capi di stato ed esponenti politici e della società umilmente prostrati, idolatrato da bagni di folle urlanti.

Il Papa non viene mai posto in una situazione di confronto dialettico, men che mai aspro o conflittuale.

Alla Sapienza il rischio era quello di porre Ratzinger di fronte a una situazione di conflitto che avrebbe promulgato dei messaggi pericolosissimi per il Vaticano.

Quello che il Papa è apertamente contestabile.

Quello che se contesti il Papa poi non sei colpito da fulmini divini.

Quello che se per farti ascoltare – visto che il Papa ha centinaia di telecamere che lo seguono giornalmente mentre tu nessuna – devi urlare contro il Papa per rendere noto a lui e ad altri che i dogmi non fanno parte dell’insegnamento universitario e che quindi un’autorità religiosa cattolica arrogante e reazionaria non ha nulla da insegnarti, poi non si materializza il volto di Dio per sputarti in faccia qualche condanna ultraterrena.

Da non cattolico, ho amato molto la figura di Albino Luciani, quel Papa Giovanni Paolo I che nel corso di un’udienza arrivò a condannare addirittura il concetto di proprietà privata.

Ma questo Ratzinger anti-conciliare, questo pontefice che passa per vittima dell’anti-democrazia per poi bearsi di 200.000 pecoroni accorsi in Piazza S.Pietro a tributargli una solidarietà mal spesa, è davvero un insopportabile personaggio che va ad arricchire un pantheon di personalità pubbliche altrettanto insopportabili.


Battle Pope è una creazione di Robert Kirkman e Tony Moore.

18 gen 2008

Shame on you, Mr. Mastella


Clemente Mastella non è un criminale: è peggio.

Un criminale possiede una sua dimensione di cattiveria, ha un suo stile, contro di lui puoi soccombere, ma puoi anche combatterlo se possiedi palle a sufficienza.
Mastella, invece è un grasso magna-magna, un omiciattolo con un distorto, perverso senso della politica, uno che mette su un gigantesco sistema di raccomandazioni e facilitazioni ed è convinto di non star facendo nulla di anormale.
Semplicemente "perché tutti, in politica, fanno così".

Mastella non possiede reali convinzioni ideologiche: ogni volta che l'UDEUR organizza il congresso del partito, i principali leader dei due schieramenti vanno in pellegrinaggio a lisciargli il pelo come dei consumati cicisbei settecenteschi.
Perché Mastella si schiera solo in funzione delle poltrone.

E infatti lui una volta, al termine di una convention, ebbe modo di dichiarare: "Sì, qui vengono tutti quanti. Ma non vorrei fare la fine della bella figlia, che tutti vogliono ma nessuno se la piglia."

E nessun giornalista a domandargli: "Sì, Mastella, ma tu con chi ti vuoi schierare, da che parte stai, qual è la TUA decisione?"

Purtroppo la gente ormai è talmente distratta da non seguire più le parole dei politici. Politici che esprimono in modo palese la loro corruzione senza che più nessuno riesca a porre loro un freno se non una magistratura sotto assedio.



Sandra Lonardo Mastella - che occupa il posto di Presidente della Regione Campania per una pura questione di convenienza politica - riceve gli arresti domiciliari e cosa succede?

Mastella va a frignare in Parlamento e a tuonare contro la magistratura persecutoria così come nessun cittadino comune potrebbe permettersi di fare.

E le forze politiche? Quelli di Destra lo accarezzano e gli mostrano solidarità.
Mastella fa loro comodo, non vedono l'ora di portarlo dalla loro parte. E nel frattempo danno pure una bella botta al Governo affermando che il loro (ormai ex) Ministro della Giustizia è un indagato e che la maggioranza è a pezzi.
Un colpo al cerchio e uno alla botte.

Quelli di Sinistra, invece, annaspano: Mastella non lo si può scacciare perché ci sarebbe immediatamente una crisi. E allora tutti a esprimere solidarietà e a invitarlo a mantenere il suo posto. Sperando al contempo che questo cacacazzo si tolga dalle palle quanto prima.

Mastella, dal canto suo, dà il meglio di sé: si appella all'onore e alla famigghia come una brutta parodia di Tony Soprano (che, comunque, resta un personaggio di alto spessore) e dopo aver spacciato come superiorità d'animo e elevazione politica il suo gesto dimissionario, rilascia in quel di Benevento una conferenza stampa che è lo show della Res Publica travisata e sporcata da un mentecatto.

Rimasto - volontariamente - senza culo sulla poltrona, Mastella dichiara il suo appoggio esterno al Governo. Senza culo su una poltrona perché si dovrebbe dare appoggio incondizionato al governo?

L'appoggio esterno al Governo lascia le mani libere al boss di Ceppaloni. Che infatti
subito afferma che se Prodi dovesse nicchiare su qualche nome "perbene" suggerito dall'UDEUR per l'occupazione di un posto importante, tipo la presidenza della RAI, allora il partito trarrebbe le dovute conseguenze.

E' la "politica delle poltrone" al suo massimo stadio, ai sublimi vertici d'esistenza.

Mastella dice queste cose in stato di commozione, le considera normali. La politica per lui E' QUESTO e nient'altro.

Poi, poche ore più tardi, incomincia a togliersi sassolini dalle scarpe e a giocare al Sansone che porta con sé i Filistei nella morte.

"Il PD mi ha abbandonato! Pecoraro Scanio è ancora Ministro dell'Ambiente nonostante lo scandalo dell'immondizia in Campania! UDEUR e Italia dei Valori mai più insieme!"

Come dicevo all'inizio, Mastella è un omuncolo.
Ritiene che se il sistema intero viaggia in modo sbagliato, allora colui che lo cavalca non è colpevole di nulla.

The same old story fin dai tempi della condanna di Craxi.


Scorda, però, che non gliel'ha ordinato il medico di fare il politico.
Che se il sistema è sbagliato, si può rinunciare a esso.

Mastella invece vuole tutti i vantaggi senza pagarne le eventuali conseguenze.

E si lamenta, e piange, e frigna, e tuona se qualcuno decide di fargli saltare il giocattolo dalle mani.

"Perché io? Perché dovrei essere proprio io a pagare?"

Il Punitore della Marvel Comics gli avrebbe risposto: "Perché da qualcuno bisogna pur cominciare."

13 gen 2008

Depeche Mode

La musica dei Depeche Mode ha avuto un'importanza centrale per il mio immaginario.

Ha scandito momenti cruciali della mia vita: riti di passaggio, amori, fantasie, pensieri.

Non altrettanto si può dire per i loro videoclip che ho sempre trovato monocordi e poco originali. Per non parlare poi di quelli girati da Anton Corbijn che sarà pure un grande fotografo ma che a livello di regia e di concept resta generalmente un buzzurro privo di gusto (in tal senso, cerco di scansare la visione di Personal Jesus per evitare qualsiasi tipo di irritazione).
Non è un caso che l'unico video di Corbijn girato per i Depeche Mode che trovo pienamente riuscito sia Useless, dark senza alcun compiacimento, interamente basato su un'inquadratura pressoché fissa e un Dave Gahan - sfuggito alla morte, con la voce convalescente - dall'espressione dolente e rabbiosa insieme, impegnato a cantare una serenata sulfurea.


E poi che altro resta nella memoria?

Sicuramente il video psichedelico di Leave in Silence, diretto da quel Julian Temple che negli anni Ottanta ha contribuito a inventare e a lanciare il linguaggio della videomusica. E che per primo mi ha fatto amare il sound elettronico dei Depeche Mode:


E ancora quello di Freelove diretto da John Hillcoat che trovo meravigliosamente decadente: uno scorcio marcio di New Orleans illuminato da una luce fredda - filtrata da nubi grigie - che si va a rifrangere sull'erba verde e sulla terra marrone.
Un pezzo di bravura considerando che il regista e il direttore della fotografia hanno saputo trarre vantaggio dal tempo impazzito dell'anno di grazia 2003, sfruttando in chiave "pittorica" le instabili condizioni metereologiche della zona. Quasi un preludio elegiaco alla catastrofe biblica che avrebbe travolto The Big Easy qualche anno più tardi:


Godetevi musica e immagini e fate i bravi.

10 gen 2008

Cybertube

Mauro Garofalo l'ho conosciuto un annetto fa quando lui lavorava per i canali satellitari della RAI.

Dopo aver letto il mio Supereroi e Superpoteri, mi aveva invitato come ospite in una trasmissione da lui curata per parlare di scienza e supercreature dei fumetti.

Poi non se n'era fatto più niente perché la RAI aveva pensato bene di chiudere l'esperienza dei suoi canali satellitari sperimentali. E Mauro si era trovato senza lavoro assieme a qualche altro centinaio di persone.

La sua disoccupazione è durata pochissimo, per fortuna (e non c'era da aspettarsi altrimenti da uno come lui). Oggi Mauro lavora per il quotidiano Il Sole - 24 Ore e, nello specifico, per l'inserto Nòva, tutto dedicato alle nuove tecnologie.

Qualche mese fa Mauro è tornato alla carica e mi ha chiesto di potermi intervistare per una serie di filmati incentrati sulla Generazione X 2.0, vale a dire: la visione del futuro attraverso gli occhi e la mente di giovani e meno giovani impegnati culturalmente e praticamente nella decodifica della realtà di oggi.

Si tratta di una dozzina di appuntamenti che Mauro sta postando sul suo blog, facente parte di Nòva 100, piattaforma telematica di weblogs lanciata da Il Sole - 24 Ore.

Da qualche giorno è uscito anche il mio intervento, con tanto di immagini, quadri e libri rubacchiati dai meandri del mio appartamento con l'occhio della videocamera.


Spero che vi piaccia.

6 gen 2008

gifts to myself


Non amo molto ricevere regali istituzionali, quelli legati a compleanni, natali, capodanni e quant'altro.
A farne non ho problemi, quando capita. Ma il riceverne mi intristisce, in qualche modo. Forse perché mi comunica un senso di dolcezza e di premura che mi immalinconisce. Già: penso a una madre che cerca di acquistare qualcosa che faccia sorridere le sue creature e mi vengono i lucciconi magonici.

Preferisco trovarmi dalla parte opposta della barricata, preferisco un minimo di controllo emozionale.

Mi piacciono, invece, i doni improvvisi, tipo quelli ricevuti da Giustino Fabrizio, direttore della redazione napoletana de la Repubblica. Passo per la sede per porgere gli auguri natalizi e verificare che un mio articolo fosse pervenuto e lui mi chiama nell'ufficio, aprendo un armadio e caricandomi di una Storia della Musica Classica in venti volumetti con tanto di custodia in cartoncino. E in più - in quanto esperto ufficiale di fumetti - mi ammolla i cinque volumi de I Classici del Fumetto dedicati all'Alan Ford di Magnus e Bunker.
A parte questo, per le festività mi sono regalato Post-Punk di Simon Reynolds, volumazzo corposissimo edito dalla ISBN Edizioni a 35 euro tutto incentrato sull'epopea musicale rock e pop che va dal 1978 al 1984. Praticamente una bibbia.



Poi - e i miei 25 lettori potevano sospettarlo - Musica per i nostri occhi - Storie e
Segreti dei Videoclip di Domenico Liggeri (Bompiani, 16,50 euro), altro mattone ricco di informazioni, registi, musicisti, tendenze, ecc.

Inutile dire che da questo teso attingerò parecchie cose per quanto riguarda i video che ho intenzione di inserire su queste pagine.

Ma il regalo più bello - e qui permettetemi di cedere al più vieto e bieco sentimentalismo d'accatto - me l'ha fatto mia moglie.
Si chiama Myriam, è la mia persichella ed è un capolavoro.
Spero che un giorno possa apprezzare anche lei cio che la sua mamma e io abbiamo tanto amato e che continuiamo ad
amare.
Nel frattempo, studio per risponderle a dovere semmai dovesse chiedermi chi erano i Clash, i Joy Division, gli XTC e tutti gli altri, numerosissimi maestri di band, di ogni luogo ed epoca.

Maybe...

Garbo rappresenta ciò che l'Italia era all'inizio degli anni Ottanta: un Paese convalescente dal morbo del terrorismo, pieno di dubbi ma anche attratto in modo commovente dal futuro e dalle novità.
E se vi andate ad analizzare i titoli delle canzoni dell'epoca, vi potrete rendere conto di quanto ciò trasparisse dalle parole e dalle sonorità che si potevano ascoltare in quel tempo.


Forse è un video misconosciuto. Garbo è invecchiato ma le immagini e la canzone sono da brivido.


Dedicato a mia moglie e a mia figlia. Perché possano sempre neutralizzare il Pac-Man che insegue e minaccia tutti noi esseri umani.

The Power of Love

E siccome è il giorno dell'Epifania, celebriamola attraverso quel capolavoro del kitsch che è il video di The Power of Love dei Frankie Goes to Hollywood:

I want to live

Avevo dimenticato che di quel gioiello del pop che è I want to live di Gavin Friday, citato da Otto Gabos nei commenti di qualche post più addietro..



Godetevelo mentre io ne approfitto per inserire il link al sito del bizzarro Gavin nella colonna a fianco.

Updates 2008

Inizia il 2008. Auguro a tutti di riuscire a sostenere bene le proprie croci personali (che, nonostante tutti gli "in bocca al lupo" possibili, non mancheranno).

Per l'occasione effettuo un aggiornamento delle colonnine laterali inserendo i siti di:

001 edizioni
: per Antonio Scuzzarella, patron di questa piccola e agguerrita publishing house torinese, sto scrivendo le introduzioni ad alcuni volumi.
In particolare sono già uscite quelle per Slot Barr di Ricardo Barreiro e Francisco Solano Lòpez (il leggendario disegnatore de L'Eternauta) e per Parque Chas, sempre di quel geniaccio precocemente scomparso di Barreiro coi disegni di Eduardo Risso.



Molto ben riuscite - modestia a parte - anche quelle per i volumi cronologici - saranno sei in tutto - di Tales from the Crypt, storica rivista orrorifica degli anni Cinquanta prodotta dalla EC Comics prima che la censura ne causasse la chiusura.

Magic Press: gli editor Pasquale Ruggiero e Alessio Danesi sono amici da tempo, per istintiva simpatia, anche se non ci siamo mai frequentati particolarmente. La Magic Press ha pubblicato per anni fumetti della DC/Vertigo, Wildstorm, Dark Horse, ecc. Adesso che in Italia è sbarcata la spagnola Planeta/DeAgostini a pubblicare il materiale targato DC Comics, la Magic Press, pur conservando i diritti sul'etichetta Wildstorm, ha però perso i diritti sulla Vertigo.
In compenso oggi Pasquale e Alessio curano - sempre per conto della Magic Press - un importante service per la Planeta, occupandosi di traduzioni, supervisioni e adattamenti degli albi della DC Comics pubblicati nel nostro Paese.

Su invito di Pasquale ho redatto quindi i testi di approfondimento per i numeri 4 e 5 della ristampa del serial Sandman che sta uscendo attualmente in edicola (assieme ad altre importanti collane Vertigo come Hellblazer e Preacher).
Al momento non so ancora come questa bella collaborazione si evolverà.

Planeta DeAgostini: come da sopra specificato.



Action30: bizzarro progetto situazionista portato avanti - attraverso performance internazionali di cui si dà conto in una bella rivista aperiodica - da un cospicuo numero di scrittori e artisti attivi in vari campi. Scopo degli ideatori è quello di evidenziare il modo nel quale il concetto di supereroismo sta decadendo, sostituito da una grossolana supernormalità. Accedete comunque al sito o al weblog e tutti dettagli vi saranno chiari.

Sono orgoglioso di aver fornito ad Action30 qualche spunto di riflessione (di cui il direttivo del progetto mi ha ampiamente accreditato).

Tra gli autori coinvolti, scrittori e fumettisti tra i quali spicca l'amico Giuseppe Palumbo, sempre impegnato in riflessioni oblique e spiazzanti (potete accedere al suo blog - Bestiario - attraverso il link che già da tempo trovate nella colonna di fianco).

Palumbo è un disegnatore/scrittore/creativo assolutamente eclettico che passa con disinvoltura dalle narrazioni più filosofiche ed esoteriche a lavori di grande commerciabilità (Diabolik, Martin Mystère, ecc.).
Gli rendo qui omaggio pubblicando un suo ironico ritratto fotografico e un'illustrazione del Re del Terrore, inventato quasi cinquant'anni fa dalle sorelle Giussani.