È – e non da ieri – uno dei più
grandi illustratori italiani contemporanei, una artista capace, con le sue
linee e i suoi colori, di generare veri e propri universi alternativi in cui
l’occhio perde gli usuali punti di riferimento cercando di carpirne di nuovi.
Gli amanti del fumetto ebbero la
fortuna di conoscere per la prima volta l’arte di Lorenzo Mattotti all’inizio
degli anni Ottanta, quando debuttò col gruppo d’avanguardia Valvoline
mettendosi in luce con opere sperimentali come Dottor Nefasto, Il Signor
Spartaco e il capolavoro Fuochi.
L’inizio fulminante di una carriera luminosa proseguita attraverso la narrativa
disegnata (L’uomo alla finestra, con
Lilia Ambrosi; Caboto e Il rumore della brina con Jorge Zentner,
ecc.), ma soprattutto l’illustrazione di cover (per pubblicazioni come “The New
Yorker”, “Vanity Fair”, “Cosmopolitan”, “Le Monde” e “Glamour”), di classici
della letteratura (Pinocchio; Jeckyll e Hyde, Einaudi Stile Libero
Extra, pp. 72, € 19,00) e cartelloni ufficiali di manifestazioni internazionali
(quello per il Festival cinematografico di Cannes del 2000, quello per il
Napoli Comicon 2007 e l’ultimo per la sessantatreesima edizione del Festival di
Sanremo).
Da sempre attivissimo, dunque,
Mattotti ha continuato a vivere momenti di intensa presenza nelle librerie
grazie, per esempio, al suo lavoro d’illustrazione per l’adattamento de Il Corvo di Edgar Allan Poe scritto dal compianto
Lou Reed (The Raven, Einaudi Stile
Libero Extra, pp. 190, € 25,00) o alla ristampa della riduzione a fumetti,
realizzata in collaborazione col critico e sceneggiatore Antonio Tettamanti, de
Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain, edita da Orecchio
Acerbo/Coconino Press (pp. 136, cm .
28 x 19,5, € 25,00).
E la letteratura per l’infanzia
continua a rappresentare uno degli interessi principali dell’artista bresciano
come testimoniano anche i quattro volumetti della Saga dei Pittipotti (€ 6,50
cad.) sceneggiati dal suo amico Jerry Kramski e pubblicati sempre dalla casa
editrice romana Orecchio Acerbo.
Oggi la riconosciuta maestria di
Mattotti può generare, tuttavia, dei seri problemi di approccio. L’elevato
livello qualitativo delle sue illustrazioni è talmente costante da suscitare,
talvolta, un senso di saturazione nell’occhio del fruitore. In pratica,
Mattotti è talmente eccellente, talmente personale, talmente riconoscibile da
correre il rischio di sfociare, più o meno involontariamente, nel manierismo. Ed
è come se il “fruitore” dell’opera sapesse già cosa aspettarsi dall’artista,
godendo appieno della sua eccezionale bravura tecnica, della sua inalterata
inventiva, ma senza trovarsi di fronte a scatti o a guizzi di vera
inquietudine, di vera ricerca.
Basta poco, tuttavia, per
comprendere come Mattotti continui, in realtà, a fremere continuando a
esplorare strade nuove nelle forme visive della comunicazione. Ed è ancora un
libro pubblicato da Orecchio Acerbo nel 2009 ad avercene dato un significativo
segnale: si tratta della fiaba di Hänsel
& Gretel dei fratelli Grimm illustrata attraverso tredici, vertiginose
raffigurazioni in bianco e nero (pp. 48, cm . 33,5 x 24,5, € 20,00).
È qui che è tornato a emergere
tutto l’estro, tutta la sublime ispirazione del miglior Mattotti che, con stile
graffiato ed espressionista, catapulta il lettore nei meandri di una fiaba nera
e inquietante, facendolo sperdere idealmente, così come accade ai piccoli
protagonisti, in un bosco tenebroso e contorto, tra rami nodosi e ombre
terrificanti che sembrano celare ogni genere di insidia.
È straordinario Mattotti quando,
per esempio, ci costringere a soffermare lo sguardo sulla casa di Hänsel e
Gretel posta sul limitare della foresta, mentre all’orizzonte un crepuscolo
bianco attraversato da sottili nubi nere ci induce a immaginare i colori più
allarmanti del creato. E si rivela addirittura geniale quando avvolge i due fratellini
nelle spire di una vegetazione mostruosa, che sembra ghermirli con un movimento
tentacolare, per poi farli addentrare nell’antro demoniaco della strega. Con un
effetto texture talmente impressionante che neanche la risaputa, felice conclusione
della vicenda riesce a sollevare il lettore da una sensazione di sublime
disagio.
Un lavoro potente, dunque,
valorizzato dal grande formato del libro e da una qualità di stampa eccellente
che pone in evidenza ogni dettaglio grafico, comprese tutte quelle sottili,
eccitanti sfumature di grigio (e chi ha avuto modo di ammirare le grandi
serigrafie ricavate da questo lavoro sa di cosa stiamo parlando) che in genere
le scansioni per la resa su pagina non riescono a restituire.
Hänsel & Gretel, insomma, nell’interpretazione di Mattotti
riesce a catturare la parte infantile che alberga ancora in noi ponendola di
fronte alle sue paure e ai suoi timori più reconditi. E ha il merito di averci
restituito un artista ai suoi massimi livelli creativi.
Non è un caso, quindi, che
Mattotti stesso si sia reso conto dell’importanza creativa e vivificatrice di
questo percorso, continuando a esplorare con le stesse tecniche grafiche
(pennelli e inchiostro su carta, senza schizzi pre-compositivi) la dimensione
fiabesca. Il risultato è Oltremai, un
vero e proprio volume d’arte, racchiuso in un cofanetto e pubblicato dalle edizioni Logos al prezzo di €
100,00, in cui l’autore scava nell’immaginario stesso da cui provengono le
fiabe per coglierne l’essenza, gli archetipi, la fonti che le fanno vivere nei
secoli nella memoria collettiva.
Nessun commento:
Posta un commento