Finora chiunque volesse aprirsi
all'esperienza del fumetto biografico e storico d’autore, tralasciando gli albi
seriali da edicola e puntando al cosiddetto graphic novel, poteva subito
orientarsi tra alcuni titoli assai noti. Basta soltanto pensare al Maus di Art
Spiegelman, straziante rievocazione – insignita di un premio Pulitzer – della
tragedia dei campi di concentramento nazisti, o a Persepolis di Marjane
Satrapi, atto d’accusa contro il regime teocratico iraniano che, nella sua
versione animata per il cinema, ha conquistato un Gran Premio della Giuria a
Cannes e candidature per il Golden Globe e l’Oscar.
Oggi tra i romanzi grafici
imprescindibili di matrice realistica possiamo annoverare un nuovo capolavoro: L’arte
di volare della coppia spagnola formata dallo sceneggiatore Antonio Altarriba e
dal disegnatore Kim (pseudonimo di Joaquim Aubert i Puig-Arnau). Pubblicato
dalla 001 Edizioni in un volume di 224 pagine contenente, tra l’altro, anche
un’introduzione del critico Goffredo Fofi, L’arte di volare non solo ha
conseguito tutti i premi di settore iberici, ma ha anche attirato l’attenzione
della stampa europea che gli ha tributato recensioni e commenti entusiastici.
Ma su cosa è incentrata questo toccante
romanzo grafico? Sulla vita del padre di Altarriba, anche lui di nome Antonio,
nato nel primo decennio del Novecento nelle campagne intorno alla città di
Saragozza e morto suicida nel 2001, dopo una lunga depressione, in un
pensionato per anziani. Gli autori de L’arte di volare decidono quindi di
proiettarsi nella mente e nell’anima dell’uomo per comprendere le motivazioni
del suo gesto. E capiscono che il suo suicidio rappresenta la sintesi ultima di
un’esistenza costellata di fallimenti personali e ideologici, di sogni
soffocati dalle meschinità quotidiane.
Antonio fin da giovane aspira a
una società che conceda pari opportunità a tutti, abbraccia il pensiero
socialista, si ribella ai dettami della Chiesa, partecipa alla Guerra civile contro
i miliziani di Franco. Ma la sua lotta e i rari scampoli di felicità che riesce
a trovare impattano continuamente contro il muro delle dittature, la
repressione di ogni libertà individuale, il tradimento di compagni disposti ad
abbandonare ogni ideale per perseguire - con azione spesso criminose - la ricchezza materiale. Finché, in tarda età, il
suicidio – avvenuto in uno squallido pensionato popolato di vecchi mediocri che
gli autori descrivono con una spietatezza senza pari – si trasforma nel suo
ultimo atto di ribellione verso un sistema che ha sempre cercato di annientarlo
dentro e fuori.
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