"Hannibal Lecter piace agli spettatori perché uccide solo quei personaggi che il pubblico desidera vedere morti". E' questa, in soldoni, l'illuminata visione che Dino De Laurentiis ha del serial killer ideato da Thomas Harris: quella di un amicone di famiglia che viene a togliere definitivamente di mezzo la gente che ti sta antipatica. Basterebbe soltanto questa affermazione del produttore originario di Torre Annunziata - e dalla quale un passivo, colpevole, connivente Harris si è sempre guardato bene dal prendere le distanze - a rendere indigeribili le opere cinematografiche che, a partire dall'Hannibal di Ridley Scott in poi, vedono come protagonista il dottor Lecter.
E' il 2002 e De Laurentiis, dopo essersi portato a casa il successo di Hannibal, ha intenzione di battere il ferro finché è caldo rimettendo mano a quello che si era rivelato come uno dei più grossi fallimenti nella sua lunga carriera di produttore: la trasposizione filmica di Red Dragon.
E' risaputo che Manhunter - Frammenti di un omicidio, primo tentativo di trasformare in immagini il romanzo di Harris, aveva incassato, nel 1986, poco più di otto milioni e mezzo di dollari a fronte dei quindici investiti. Un fatto sul quale De Laurentiis aveva continuato per anni a rimuginare, e in particolare dopo la trionfale accoglienza ricevuta da Il silenzio degli innocenti.
Nonostante il film di Michael Mann avesse conseguito nel tempo ampi riconoscimenti da parte della critica e degli spettatori, guadagnandosi una specie di seconda vita sul mercato dell'home video, il tycoon era giunto a rinnegarlo su tutta la linea, classificandolo quasi come l'operato di un gruppo di incompetenti.

E' per questo motivo che viene richiamato in gioco lo sceneggiatore Ted Tally che con lo script de Il silenzio degli innocenti aveva vinto tutti i premi di categoria possibili e immaginabili, ma che aveva rifiutato di scrivere l'adattamento di Hannibal, considerando il romanzo disgustoso.


Per la regia viene ingaggiato Brett Ratner, trentenne regista della Florida che si era messo in mostra coi polizieschi d'azione della serie cinematografica Rush Hour (quelli interpretati da Jackie Chan e Chris Tucker) e con vari videoclip musicali di Mariah Carey, Wu-Tang Clan, P. Diddy e Madonna.
Per finire, la soundtrack viene affidata a Danny Elfman, che dal 1989 - dall'epoca, cioè, del primo Batman di Tim Burton - viene puntualmente chiamato a comporre le partiture di alcuni tra i più importanti blockbuster statunitensi (conseguendo svariate candidature agli Oscar e ai Grammy Awards).

I problemi, tuttavia, sorgono proprio a partire dalla ambizioni: Red Dragon aspira a diventare un memorabile instant classic di cui dovranno serbare memoria le generazioni future, mentre invece si rivela un film normalissimo con le caratteristiche di un compitino ben svolto, ma privo di particolari picchi visivi o di sequenze da cineteca. Tutto è clichè, tutto è già trito in Red Dregon: l'estetica e gli assiomi su cui si basa sono stati masticati, digeriti e metabolizzati all'interno di dozzine di altri prodotti cinematografici e televisivi. Ci sarebbe dovuta essere una mano più visionaria, l'elaborazione di progetto basato su parametri inediti per pervenire a un risultato degno di un qualche ricordo. Invece non c'è una sola immagine che resti attaccata al cuore o alla mente.


E' vero che, come si diceva all'inizio, De Laurentiis (e anche Hopkins assieme a lui) pensa che Hannibal Lecter uccida quelli che "stanno antipatici" al pubblico. Ma all'interno del Red Dragon di Ratner - in cui Lecter è di fatto confinato nella cella di un carcere psichiatrico - si fa di tutto per tratteggiare preventivamente in maniera negativa chiunque venga ucciso in scena da Dolarhyde: non solo il giornalista arrivista e privo di scrupoli Freddie Lounds, quindi, ma anche Ralph Mandy, collega di Reba McClane, che originariamente era colpevole soltanto di frequentare senza secondi fini la ragazza cieca e che adesso, invece, viene rappresentato dall'attore Frank Wahley come un torbido scassacazzo con velleità da stalker. Giusto per rendere gradevole e accettabile al pubblico la sua morte.

In ogni caso, il successo riscosso da Red Dragon consente a De Laurentiis di triplicare il capitale investito per la sua realizzazione. Ed è a questo punto che il produttore chiede all'amico Thomas Harris di impegnarsi nella stesura di un nuovo romanzo che abbia come protagonista Hannibal Lecter...
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