A Trieste tutto bene. La mia conferenza è piaciuta, la sala del Caffé Tommaseo era abbastanza gremita e gli applausi finali mi sono sembrati intensi e sinceri.
E tra gli spettatori, una persona che ho conosciuto prima ancora di averla mai incontrata.
Lilia Ambrosi, assieme all'illustratore Lorenzo Mattotti - all'epoca suo compagno di vita - fu protagonista all'inizio degli anni Novanta di un piccolo caso letterario.
Fu infatti in quel periodo che vide la luce "L'uomo alla finestra", un vero e proprio romanzo grafico fatto di atmosfere rarefatte e minimaliste pubblicato da Feltrinelli. Un libro che in Italia è assente da molto tempo dagli scaffali ma che in Francia viene continuamente ristampato (è stato licenziato prima da Albin Michel e, più recentemente, da Casterman).
Lilia non solo ha collaborato con uno degli artisti più originali e sperimentali del mondo del fumetto italiano (andatevi a guardare anche i racconti da lei sceneggiati contenuti nel libro "Lettere da un tempo lontano", edito in Italia da Einaudi), ma si occupa anche di narrativa extra-fumettistica, traduzioni e recensioni (per il quotidiano "Il Piccolo" e per la sciccosa rivista d'arte prodotta dall'industria del Caffé Illy).
Io l'ho conosciuta qualche anno fa, in modo assolutamente casuale e inatteso, grazie alla comune conoscenza con mia cognata Marianna. Mi ritrovai a casa sua - dalle parti di Muggia, quasi al confine con la Slovenia - senza avere la minima idea di stare per incontrare una persona di cui una decina d'anni prima avevo letto le parole e intorno alla quale erano sorte tante discussioni negli ambienti del fumetto. A Lilia e a Lorenzo Mattotti, infatti, subito dopo l'uscita de "L'Uomo alla finestra" veniva reso il merito di aver contribuito a ridurre in Italia le differenze che separano tuttora i comics dalla cosiddetta letteratura alta.
Lilia è una donna dagli occhi sinceri e dal sorriso lunare, dotata di un sottile senso dell'umorismo e di spiccate capacità di osservazione.
Al Tommaseo ci è venuta con suo marito Fulvio, friulano verace dalla figura solida e con un volto d'altri tempi.
Alla fine della conferenza il complimento più bello l'ho ricevuto proprio
da lei quando alla domanda: "Che te ne è parso?", la risposta è stata: "Sei andato benissimo. Sicuro di te, hai esposto gli argomenti in modo fluido e - cosa fondamentale - con un'ottima proprietà di linguaggio."
Inutile dire che le sue parole mi hanno fatto sentire veramente bene. Ed è stato un onore dedicarle - nel bel mezzo di una grande mangiata di pizza - la sua copia del mio saggio: "19 maggio 2007. A Lilia, con ammirazione e amicizia."
1 commento:
Je suis très heureux de lire ces bonnes nouvelles de Lilia et de la savoir toujours aussi active ce qui ne m’étonne pas car elle est d’une intelligence remarquable et d’un humour inégalé.
Pensez à la saluer de ma part si vous avez l’occasion de la croiser une nouvelle fois.
Je suis confus mais mon italien me fait défaut….
pj
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