Ed ecco, alfine, l'anello mancante. Il cerchio si chiude.
Qui il 2005: C/mare (Na): Comics: Best of the Year 2005;
qui il 2006: C/mare (Na): Best of the year 2006;
qui il 2007: C/mare (Na): Comics: Best of the Year 2007;
qui il 2008: C/mare (Na): Comics - Best of the Year 2008;
qui l'ultima classifica - che presto sarà pubblicata anche da Lo Spazio Bianco.it - relativa al 2010: C/mare (Na): Comics: Best of the Year 2010
e qui di seguito, il 2009. Enjoy it!
1) Matt Kindt: Super Spy – Rizzoli-Lizard
Se esiste un graphic novel perfetto, allora è questo. La quintessenza del fumetto: entertainment e ricerca artistica che collidono per dar vita a un affresco storico-avventuroso tanto incredibile quanto, al contempo, verosimile. Un libro che, anche dal punto di vista tipografico, punta a trascinare il lettore nei meandri di un’esperienza narrativa inedita e toccante.
La vita come un labirinto di segni e simboli. Jimmy Corrigan rappresenta un’opera d’arte concettuale d’importanza storica poiché tende a sondare lo specifico fumettistico come mai era accaduto prima. Il risultato è un vero e proprio universo poetico che esiste in sé, facendo tranquillamente a meno di tutte le interpretazioni possibili.
Satira allo stato brado. Ruvida, sporca, abrasiva, inaccettabile, grottesca e non sempre (ma quando mai dovrebbe esserlo?) divertente. La ministronza testimonia l’urgenza morale e civile che oggi ci investe; manifesta la voglia di vomitare in faccia al potere italiota tutta la rabbia e il disgusto di questo mondo. Se qualcuno rimpiange la ferocia de “Il Male”, troverà qui giusto ristoro.
La poetica di Isaac Asimov e Philip K. Dick. Un concept affascinante che filtra l’immaginario di Osamu Tezuka attraverso uno stile che gli infonde realismo e che guarda alla forza visionaria di film come Blade Runner e Minority Report. Un intento revisionista che non si traduce mai in gratuita violenza iconoclasta. Pluto è l’ennesimo capolavoro di Naoki Urasawa, uno degli autori più significativi del fumetto contemporaneo.
L’importanza della saga di Rat-Man la si dà ormai per scontata. Ma quando ci si trova a leggere una storia come Ratto, un gioiello di umorismo pirandelliano e di satira grottesca, non si può far finta di nulla. Pensavamo che una simile rappresentazione dell’orrore della guerra potesse effettuarla solo un genio come Vuillemin. Anche se Ortolani non può/non vuole/non se la sente di raggiungere quei livelli, possiamo dire che ci sbagliavamo.
In un momento in cui il comics journalism acquisisce visibilità e consensi, tentando di illustrare e interpretare eventi storici e fatti di cronaca, Luigi Bernardi e Grazia Lobaccaro cercano di andare oltre, mostrando ciò che i mezzi di informazione considerano non-esistente e anticipando ciò che apparirà chiaro solo in futuro. Un quadro cupo e angosciante che reinterpreta la lezione seminale dei fumetti neri italiani degli anni Sessanta.
Puro immaginario americano per un’odissea cupa, violenta, terrificante che guarda all’opera di Kafka, ma anche ai racconti minimalisti di Raymond Carver e alla visionarietà di David Lynch.
Non sarà questo il lavoro più accessibile di Clowes, però ha il merito non da poco di portare alla luce un universo “a parte” che si autoimpone di respingere il lettore senza concedere nulla alla compiacenza. Vera arte, insomma.
8) Grant Morrison – Frank Quitely: All-Star Superman – Planeta DeAgostini Comics
Ben più di un’operazione postmoderna o revisionista, All-Star Superman cerca di riscoprire le radici di un mito del Novecento, illustrando in chiave ironica e semi-nostalgica le ragioni della sua inossidabile forza iconica. Apparentemente ostico per coloro che non hanno mai frequentato il supereroismo a fumetti, in realtà denso di rimandi sottotestuali che impongono al lettore, con garbo e intelligenza, di inoltrarsi in una fervida esperienza esegetica.
Il racconto più intenso e sentito di Roberto Recchioni -pur palesando tutti i difetti dello sceneggiatore romano- illustrato da uno dei più grandi disegnatori che il fumetto italiano abbia mai conosciuto. Mater Morbi riesce a essere disturbante, suscita riflessioni, incanta per una parte grafica eccelsa. E ha il merito di restituire senso a una collana che ormai da lustri sembrava non aver più nulla da dire.
Parte come il più classico dei noir, tra personaggi autodistruttivi e situazioni senza via d’uscita. Si evolve poi in un mystery che si riallaccia alla narrativa e all’estetica del pulp con una freschezza e una consapevolezza delle regole del genere che era mancata persino al Tom Strong di Alan Moore. Incognito fa scontrare le due sfere d’interesse di Brubaker -supereroismo e crime story- esaltando la sagacia narrativa di uno dei migliori sceneggiatori americani di questo decennio.
Menzioni storiche
1) Grazia Nidasio: Valentina Mela Verde – Coniglio Editore
In un’epoca in cui il fumetto diretto a un pubblico infantile o pre-adolescenziale è virtualmente scomparso, schiacciato dalla predominanza di personaggi-gadget protagonisti di storie-spot, Valentina Mela Verde ci riporta a un periodo in cui educazione, pedagogia e rispetto per i ragazzi rappresentavano obiettivi concreti da perseguire a ogni costo. L’arte elegante di Grazia Nidasio per storie in cui la morale finale non appariva mai retriva, ma diretta alla costruzione di un futuro migliore.
2) Carlos Trillo – Jordi Bernet: Custer – Allagalla
Risulta ancora oggi impressionante constatare quanto Trillo e Bernet nel 1985 avessero compreso in quale direzione si stesse incanalando il futuro. Molto prima di The Truman Show e utilizzando come bussole le opere di Burroughs e Ballard, nonché la visionarietà del regista David Cronenberg, i due cartoonist diedero vita a un universo tragico e grottesco ossessionato dalla virtualità televisiva. La dittatura di Grande Fratello e Uomini & Donne, in anticipo di vent’anni.
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