Giuliano Ferrara si diverte.
Il suo partito anti-aborto è una provocazione intellettualoide che si pone sulle orme delle grandi avanguardie d'inizio Novecento.
Il partito Pro-Life (il cui nome sembra emerso paro paro da una telenovela), con tutta la sua carica polemica e anti-sociale, assomiglia a un'idea marinettiana o a una caustica scesa in campo di una formazione dadaista.
Contrastare Ferrara? Opporsi a un uomo che non ha figli e che ha scambiato l'Italia per l'India (dove si abortisce per impedire la nascita di femmine)?
Certo che si deve: con il suo stesso divertente intento provocatorio.
Le donne hanno tutto il diritto di espellere dal proprio corpo tutti i feti che vogliono e di vederli bruciati negli inceneritori degli ospedali, nel pieno rispetto della legalità.
Le donne devono essere TOTALMENTE padrone del proprio essere naturale e se considerano il feto come un elemento estraneo e fastidioso hanno tutto il diritto di farselo cavare fuori coi ferri o con gli agenti chimici del caso.
Un feto è un fottuto feto, non un bambino.
Un "in bocca al lupo" sincero, Ferrara!
Quello che sei ha già avuto modo di dirtelo - anch'egli in modo provocatorio e avanguardistico - Daniele Luttazzi.
1 commento:
bene bene, mi piace molto la linea etico-libertaria (vedi anche il post su amsterdam) che hai preso, che ha preso il blog. ti segnalo anche al riguardo l'articolo di travaglio: http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it
ciao, enrico
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