27 mar 2011

Comics: Best of the Year 2009

Ed ecco, alfine, l'anello mancante. Il cerchio si chiude.





qui l'ultima classifica - che presto sarà pubblicata anche da Lo Spazio Bianco.it - relativa al 2010: C/mare (Na): Comics: Best of the Year 2010

e qui di seguito, il 2009. Enjoy it!



1) Matt Kindt: Super Spy – Rizzoli-Lizard
Se esiste un graphic novel perfetto, allora è questo. La quintessenza del fumetto: entertainment e ricerca artistica che collidono per dar vita a un affresco storico-avventuroso tanto incredibile quanto, al contempo, verosimile. Un libro che, anche dal punto di vista tipografico, punta a trascinare il lettore nei meandri di un’esperienza narrativa inedita e toccante.


2) Chris Ware: Jimmy Corrigan, il ragazzo più in gamba sulla Terra – Mondadori
La vita come un labirinto di segni e simboli. Jimmy Corrigan rappresenta un’opera d’arte concettuale d’importanza storica poiché tende a sondare lo specifico fumettistico come mai era accaduto prima. Il risultato è un vero e proprio universo poetico che esiste in sé, facendo tranquillamente a meno di tutte le interpretazioni possibili.


3) Alessio Spataro: La ministronza – GRRRzetic
Satira allo stato brado. Ruvida, sporca, abrasiva, inaccettabile, grottesca e non sempre (ma quando mai dovrebbe esserlo?) divertente. La ministronza testimonia l’urgenza morale e civile che oggi ci investe; manifesta la voglia di vomitare in faccia al potere italiota tutta la rabbia e il disgusto di questo mondo. Se qualcuno rimpiange la ferocia de “Il Male”, troverà qui giusto ristoro.


4) Naoki Urasawa/Osamu Tezuka: Pluto (vol. 1) – Panini Comics
La poetica di Isaac Asimov e Philip K. Dick. Un concept affascinante che filtra l’immaginario di Osamu Tezuka attraverso uno stile che gli infonde realismo e che guarda alla forza visionaria di film come Blade Runner e Minority Report. Un intento revisionista che non si traduce mai in gratuita violenza iconoclasta. Pluto è l’ennesimo capolavoro di Naoki Urasawa, uno degli autori più significativi del fumetto contemporaneo.


5) Leo Ortolani: Ratto/Ratto II: la vendetta (su “Rat-Man Collection” nn. 70-71) – Panini Comics
L’importanza della saga di Rat-Man la si dà ormai per scontata. Ma quando ci si trova a leggere una storia come Ratto, un gioiello di umorismo pirandelliano e di satira grottesca, non si può far finta di nulla. Pensavamo che una simile rappresentazione dell’orrore della guerra potesse effettuarla solo un genio come Vuillemin. Anche se Ortolani non può/non vuole/non se la sente di raggiungere quei livelli, possiamo dire che ci sbagliavamo.


6) Luigi Bernardi – Grazia Lobaccaro: Carriera criminale di Clelia C. – Edizioni BD
In un momento in cui il comics journalism acquisisce visibilità e consensi, tentando di illustrare e interpretare eventi storici e fatti di cronaca, Luigi Bernardi e Grazia Lobaccaro cercano di andare oltre, mostrando ciò che i mezzi di informazione considerano non-esistente e anticipando ciò che apparirà chiaro solo in futuro. Un quadro cupo e angosciante che reinterpreta la lezione seminale dei fumetti neri italiani degli anni Sessanta.


7) Daniel Clowes: Come un guanto di velluto forgiato nel ferro – Coconino Press
Puro immaginario americano per un’odissea cupa, violenta, terrificante che guarda all’opera di Kafka, ma anche ai racconti minimalisti di Raymond Carver e alla visionarietà di David Lynch.
Non sarà questo il lavoro più accessibile di Clowes, però ha il merito non da poco di portare alla luce un universo “a parte” che si autoimpone di respingere il lettore senza concedere nulla alla compiacenza. Vera arte, insomma.

8) Grant Morrison – Frank Quitely: All-Star Superman – Planeta DeAgostini Comics
Ben più di un’operazione postmoderna o revisionista, All-Star Superman cerca di riscoprire le radici di un mito del Novecento, illustrando in chiave ironica e semi-nostalgica le ragioni della sua inossidabile forza iconica. Apparentemente ostico per coloro che non hanno mai frequentato il supereroismo a fumetti, in realtà denso di rimandi sottotestuali che impongono al lettore, con garbo e intelligenza, di inoltrarsi in una fervida esperienza esegetica.


9) Roberto Recchioni – Massimo Carnevale: Mater Morbi (su “Dylan Dog” n. 280) – Sergio Bonelli Editore
Il racconto più intenso e sentito di Roberto Recchioni -pur palesando tutti i difetti dello sceneggiatore romano- illustrato da uno dei più grandi disegnatori che il fumetto italiano abbia mai conosciuto. Mater Morbi riesce a essere disturbante, suscita riflessioni, incanta per una parte grafica eccelsa. E ha il merito di restituire senso a una collana che ormai da lustri sembrava non aver più nulla da dire.


10) Ed Brubaker – Sean Phillips: Incognito – Panini Comics
Parte come il più classico dei noir, tra personaggi autodistruttivi e situazioni senza via d’uscita. Si evolve poi in un mystery che si riallaccia alla narrativa e all’estetica del pulp con una freschezza e una consapevolezza delle regole del genere che era mancata persino al Tom Strong di Alan Moore. Incognito fa scontrare le due sfere d’interesse di Brubaker -supereroismo e crime story- esaltando la sagacia narrativa di uno dei migliori sceneggiatori americani di questo decennio.
Menzioni storiche

1) Grazia Nidasio: Valentina Mela Verde – Coniglio Editore
In un’epoca in cui il fumetto diretto a un pubblico infantile o pre-adolescenziale è virtualmente scomparso, schiacciato dalla predominanza di personaggi-gadget protagonisti di storie-spot, Valentina Mela Verde ci riporta a un periodo in cui educazione, pedagogia e rispetto per i ragazzi rappresentavano obiettivi concreti da perseguire a ogni costo. L’arte elegante di Grazia Nidasio per storie in cui la morale finale non appariva mai retriva, ma diretta alla costruzione di un futuro migliore.

2) Carlos Trillo – Jordi Bernet: Custer – Allagalla
Risulta ancora oggi impressionante constatare quanto Trillo e Bernet nel 1985 avessero compreso in quale direzione si stesse incanalando il futuro. Molto prima di The Truman Show e utilizzando come bussole le opere di Burroughs e Ballard, nonché la visionarietà del regista David Cronenberg, i due cartoonist diedero vita a un universo tragico e grottesco ossessionato dalla virtualità televisiva. La dittatura di Grande Fratello e Uomini & Donne, in anticipo di vent’anni.


3) Garth Ennis – Kelley Plunkett: Il Soldato Fantasma – Planeta DeAgostini Comics
Miniserie-capolavoro in cui disincantata ricognizione storica e dure considerazioni politiche forniscono linfa a una spy-story drammatica e inquietante. Edita col marchio Vertigo a metà degli anni Novanta, Il Soldato Fantasma mantiene ancora oggi intatta tutta la sua forza narrativa e rappresenta il necessario viatico per accostarsi alla recente serie regolare -scritta da Joshua Dysart e disegnata da Alberto Ponticelli- altrettanto torbida ed acclamata da pubblico e critica.

Comics - Best of the Year 2008

Ancora indietro nel passato. Stavolta tocca al meglio del fumetto del 2008 (classifica redatta sempre per conto de Lo Spazio Bianco.it):

1) Casali – Camuncoli – Ruggiero: La neve se ne frega, Panini Comics
La filosofia del rocker: si nasce vecchi per morire giovani. E nel mezzo, c’è la necessità di lottare contro il Sistema. Anche se questo finirà inevitabilmente col sopraffarci.
Da un romanzo di Luciano Ligabue, un adattamento a fumetti (ma la definizione è riduttiva) perfetto, calibratissimo, toccante. Casali, Camuncoli e Ruggiero costituiscono ormai un team creativo giunto alla piena maturità artistica.

2) Moore – Gebbie: Lost Girls, Magic Press
L’esplorazione della pornografia nelle sue potenzialità di medium completo. L’alto e il triviale che cercano un punto di contatto apparentemente impossibile da scovare. Apparentemente.
Alan Moore e Melinda Gebbie si gettano a capofitto in una materia incandescente, inclassificabile, discutibile a prescindere. Lost Girls rappresenta un atto di coraggio che da solo vale più di qualsiasi riuscita artistica.

3) Bagge : Apocalisse ora!, Magic Press
Non saranno un conflitto nucleare o una crisi economica fuori scala a distruggerci. Sarà la nostra stessa inettitudine da nerd frustrati che -combinata con l’atavico istinto alla sopravvivenza- si tradurrà in una regressione preistorica. Peter Bagge questo l’ha sempre saputo e il finale di Apocalisse ora! è agghiacciante nella sua semplicità: “Io do a te cibo per campare, tu fai scopare me con te. E affanculo il resto”.


4) Pagani – Caluri : Don Zauker : Secondo Avvento, Il Vernacoliere
Già il solo fatto di essere riusciti ad appropriarsi di un nome preesistente facendo dimenticare il personaggio al quale apparteneva in passato, renderebbero Pagani e Caluri meritevoli di un riconoscimento imperituro. Ma le torbide, esilaranti storie di Don Zauker vanno ben oltre la divertente e riuscita citazione: rappresentano una lettura vitale, indispensabile, catartica. Una boccata d’ossigeno in una realtà satura di miasmi mefitici.


5) Moore – J.H.Williams III: Promethea (vol. 5), Magic Press
Il fumetto applicato a una personalissima, poderosa visione letteraria, filosofica e artistica. No, non stiamo affermando che Promethea è la risposta fumettistica alla Commedia di Dante. Il lavoro di Moore e J.H. Williams III è pop psichedelico che punta all’intrattenimento attraverso un percorso improntato su contenuti alti. Il risultato? L’ultima forma di “supereroismo puro” realmente ricercabile. Solo nella sfera del trascendente. Con buona pace dei “messia” Obama e Berlusconi.


6) Ennis – Medina : The Punisher : Vedove Nere (in “100% Marvel Max”), Panini Comics
Garth Ennis -attualmente, il massimo scrittore anglosassone di narrativa hard-boiled a fumetti- imbastisce una storia del Punitore che si colloca a un ideale incrocio tra I Soprano, Sex & the City e Desperate Housewives. Detto così sembra un’immane cazzata. In realtà è una delle storie più crude, coinvolgenti e commoventi che ci sia capitato di leggere nel 2008. Fumetto mainstream che viaggia sui binari della perfezione.

7) Berardi/Calza – Foderà/Campi: Julia: Abbraccio Mortale (“Julia” n.112, gennaio 2008), Sergio Bonelli Editore
Il noir come raffigurazione tanto terribile quanto sincera della realtà che viviamo. Una banalità? Forse. Fatto sta che “Julia” resta il serial italiano più compiuto, rigoroso, qualitativamente costante degli ultimi vent’anni.
Abbraccio Mortale è una storia abrasiva, spietata, ma altrettanto carica di umana pietà. Una storia che stringe il cuore, fa versare lacrime, spinge alla riflessione, sublimando la raffigurazione di una tragedia senza speranza.

8) Straczynski – Garney/Rehinold: Spider-Man: Back in Black (“The Amazing Spider-Man” nn.539-543. In Italia su “L’Uomo Ragno nn.471-484/486, ottobre 2007-aprile/maggio 2008), Panini Comics
I vecchi fan dell’Uomo Ragno, coloro che viaggiano verso la quarantina e hanno capito come va il mondo possono chiudere qui il loro rapporto con l’alter ego di Peter Parker.
Nato dalla tragedia familiare di uno zio ucciso, vissuto tra naivetè e catastrofi personali, Spider-Man giunge a un punto di non ritorno. Back in Black fa piazza pulita degli ultimi scampoli di sogno supereroistico e ci ricorda che là fuori la realtà incombe. Fredda, aspra, brutale.

9) Morrison – Van Fleet: Batman: Il Clown di Mezzanotte (“Batman” n. 663. In Italia su “Batman” n. 9, febbraio 2008), Planeta DeAgostini
Non un fumetto, ma un corposo racconto illustrato inserito nella serie regolare originale “Batman”. Ed è un gran racconto: un thriller a orologeria che sfocia spesso e volentieri in abissi di puro terrore. Sequel ideale del The Killing Joke di Moore e Bolland più che di Arkham Asylum, Il Clown di Mezzanotte trascende la narrazione supereroistica, attirando il lettore nei meandri di un lucido delirio. Comune tanto al Joker quanto all’Uomo Pipistrello.


10) Bartoli – Carnevale: Un italiano, un francese, un americano (Euracomix n. 234, marzo 2008), Eura Editoriale
Ci vogliono le palle per realizzare un fumetto in cui viene rappresentata la barzelletta del Fantasma Formaggino. Ed evidentemente Bartoli & Carnevale ce le hanno, visto che la barzelletta del Fantasma Formaggino ce la raccontano pari pari in tutta la sua scemenza. E, nel farlo, riescono pure a strappare una grassa risata. E a farci tornare bimbi per un delizioso attimo.
Scanzonata incursione tra le incarnazioni dei luoghi comuni, in perfetto stile “John Doe”. Con omaggi sparsi a Fredric Brown e Pirandello.
Menzioni Storiche

1) Eisner: Gli Archivi di Spirit (vol. 15), Kappa Edizioni
Fumetto mainstream ad alto tasso di sperimentazione. Scuola insuperabile di tecniche di sceneggiatura, storytelling e illustrazione. Spirit, l’eroe mascherato più scombinato di sempre, contro Octopus, probabilmente il villain (qui alla sua prima apparizione) più misterioso della storia del fumetto statunitense. Siamo nel bel mezzo degli anni Quaranta e alla regia c’è un Will Eisner in piena esplosione creativa.
Non c’è bisogno di dire altro.


2) Cosey: Viaggio in Italia, Planeta DeAgostini
Uscito nel 1988 nella collana Air Libre della Dupuis, Viaggio in Italia è un gioiello sommerso che va riscoperto. Percorso di crescita, maturazione, disillusione, ricostruzione di un nucleo di amici colpito dalle traversie della vita. Un nuovo equilibrio, duramente conquistato, lascerà aperte diverse ferite.
Se fosse un film, sarebbe una sceneggiatura di Truffaut affidata alla regia di Michael Cimino. Lo struggente finale si estrinseca attraverso un capolavoro di tecnica narrativa.


3) Mitsuteru Yokoyama: Babil Junior (vol. 7), D/Visual
Come rendere sempre interessante una serie pressoché interminabile di situazioni da assedio.
Sontuoso e accattivante nel soggetto, semplice e dannatamente efficace nello sviluppo delle trame, inquietante e mai banale nell’evocazione delle atmosfere, forte di un ritmo velocissimo ma mai forsennato,.Babil Junior racchiude avventura, fantascienza, azione, mistero, suspense senza alcuna soluzione di continuità.
E scusateci se è poco.

25 mar 2011

Comics: Best of the Year 2007

Ho appena pubblicato il post riguardante il Best of the Year 2010 - Classifica Lo Spazio Bianco.it per quanto riguarda i fumetti pubblicati in Italia e mi accorgo solo ora di non aver mai editato in questa sede quelli relativi al 2007, al 2008 e al 2009!

Il 2005 invece lo trovate a questo link:


mentre il 2006 a questo:


Va be', rimediamo e (ri)partiamo col 2007:


1) G. Morrison – S. Bianchi, Shining Knight (Sette Soldati della Vittoria vol.3), Planeta DeAgostini
Fumetto allo stato brado, opera d’intrattenimento che guarda in alto schivando stucchevolezze e banalità, “Sette Soldati della Vittoria” è una maxi-serie composta da miniserie in cui lo sceneggiatore Grant Morrison si appropria di un concept del passato attualizzandolo in chiave esoterica.
Sette guerrieri chiamati dal destino a combattere contro una minaccia cosmica; le loro rispettive strade, tuttavia, non si incrociano mai se non attraverso i risultati delle loro azioni individuali – apparentemente slegate – che, alla fine, si sommano conducendo uno di loro a scagliare il colpo definitivo verso il nemico; nel non-gruppo è sempre presente un traditore e c’è sempre una vittima designata.
Tra i vari capitoli della saga – che presentano una sequela interminabile di omaggi artistico-letterari: da Harlan Ellison a Michael Moorcock, da Jack Kirby a Frank Frazetta, da Freud a Jung – scegliamo quello graficamente più spettacolare, illustrato con visionario iperrealismo (e qui l’ossimoro risulta necessario) dal lucchese Simone Bianchi.
Se “Sette Soldati della Vittoria” fosse stato pubblicato una ventina di anni fa, sarebbe subito assurto allo status di capolavoro esattamente come accadde a “Il Ritorno del Cavaliere Oscuro” e “Watchmen”.

2) Bryan Talbot, Alice in Sunderland, Comma 22
Si parte dalla vita e dalle opere di Lewis Carroll e da lì Bryan Talbot si addentra in una monumentale cronistoria del nord-est britannico che va a toccare… di tutto, di più: eventi, invenzioni, letteratura, arte, architettura, toponomastica, cultura popolare, miti e leggende, cinema, teatro, biografie e autobiografie, musica, ecc., ecc.
Didascalico senza quasi mai scadere nel tedioso, apparentemente troppo concentrato su un micro-universo distante e, in alcuni casi, alieno, “Alice in Sunderland” affascina per la capacità di mostrare come nel mondo, in fin dei conti, tutto sia collegato senza soluzione di continuità e come questo discorso valga per ogni cosa, dall’universale al particolare.
Ciò che vale per la contea di Sunderland vale per ogni regione, per ogni città, per ogni luogo. Tutto ciò che Talbot racconta – attraverso pagine bellissime e riccamente decorate, frutto di un estenuante lavoro di ricerca e composizione – fa automaticamente tornare alla mente qualcosa che riguarda la propria terra, una qualche curiosità che si relaziona al nostro mondo privato.
E sfido chiunque a non versare lacrime a profusione leggendo il resoconto del fatto di cronaca che ha poi condotto alla realizzazione delle porte anti-panico, caposaldo della legge che regola la sicurezza nei locali pubblici.

3) J. Giraud/C. Rossi, Jim Cutlass – L’Alligatore Bianco, a puntate su “Lanciostory” nn. 26-30 (2007), Eura Editoriale
Ideato da Charlier & Giraud, gli stessi autori del ciclo western di “Blueberry”, “Mississipi Blues” – primo tomo della serie dedicata al Jim Cutlass – era stato più volte proposto in Italia, ma senza che i lettori nostrani riuscissero a sapere più nulla delle sorti del giovane avventuriero protagonista della storia. Menzione di merito all’Eura Editoriale, dunque, che in poco meno di un anno e a cadenza settimanale è riuscita a proporre – su “Lanciostory – tutti i capitoli della saga con tanto di conclusione.
Jim Cutlass appare dapprima come attore di un southern dai toni molto classici ambientato tra Alabama, Mississipi e Louisiana, ma poi – venuto meno l’apporto ai testi di Charlier e dopo alcuni anni di silenzio – il personaggio si trova coinvolto – a partire dal volume intitolato “L’Alligatore Bianco” – in vicende dai toni sempre meno realistici e sempre più fantastici e surreali.
Il passaggio dell’“umanoide” Giraud alle sceneggiature si sente tutto: il ritmo diventa fresco e giocoso, gli scambi di battute vivaci e coinvolgenti. Ma anche i disegni di Christian Rossi sorprendono per la capacità dell’autore di narrare con un uso sapiente della texture – l’oscurità delle paludi, i rituali del Ku Klux Klan, la dimora degli zombi sono resi con inquieta maestria – e una perfetta padronanza delle closures tra una vignetta e l’altra – come attestano la regia delle scene d’azione e i tempi a orologeria degli intermezzi da commedia.
“L’Alligatore Bianco” dà, insomma, il via a un’avventura che – tomo dopo tomo, ognuno correlato all’altro in maniera inscindibile – regala un crescendo di emozioni e si propone come un capolavoro di tecnica fumettistica.

4) D. Clowes, Ice Haven, Coconino Press
Nelle opere di Daniel Clowes la vita di provincia diventa spesso spettro di una tragica condizione esistenziale.
“Ice Haven” segna un’altra tappa importante di un percorso che tende a dimostrare come il termine “minimalismo” nasconda in realtà la messa in scena di catastrofi cosmiche sotto forma di poco appariscenti implosioni dell’anima.
Se vi aspettate chissà che dalla fine del mondo, correte a leggere le pagine di Daniel Clowes: lui conosce perfettamente le mille, banali, sottili variazioni dell’apocalisse. E sa che il tutto avviene quotidianamente, sotto i nostri occhi addormentati.

5) G. Simeoni, Gli Occhi e il Buio, Sergio Bonelli Editore
Un thriller d’ambientazione italiana, cronologicamente situato agli inizi del Novecento: ce lo saremmo aspettato partorito dal talento romanzesco di un Gianfranco Manfredi e invece ecco all’opera Gigi Simeoni che “Gli Occhi e il Buio” se lo sceneggia e disegna da solo.
Trama convenzionale quanto ritmata e ben gestita, qualche incertezza iniziale nella parte testuale, ma su tutto domina l’urgenza narrativa, la passione indiavolata dell’autore che – sorretto da sincerità, bravura tecnica e audace sensibilità storica – dà vita a un intreccio che avvince, convince e inquieta al di là di ogni dubbio e perplessità.

6) Hermann, Afrika, a puntate su “Lanciostory” nn. 37-41 (2007), Eura Editoriale
Racconto su un uomo ossessionato dal suo ruolo marginale di difensore di un pezzo di savana? Denuncia di quell’intreccio di interessi politici ed economici destinato inevitabilmente a distruggere il cuore del continente africano? Racconto d’azione che porta alla luce tutto lo sdegno, il pessimismo e la passione politica, sociale ed ecologica di Hermann?
“Afrika” è tutto questo: un amaro action thriller senza sbalzi fracassoni che colpisce come un pugno allo stomaco, sintetizzando la sorte dell’Africa centrale in un triplice finale per niente consolatorio.

7) P. Hornschemeier, Mamma torna a casa, Tunuè
Storia della rielaborazione di un lutto, “Mamma torna a casa” è un concentrato di atmosfere rarefatte e impalpabili che agiscono come un bisturi sottile puntato al cuore del lettore.
Minimalismo, sì: ma, ancora una volta, il minimalismo funge da mezzo per rappresentare una deflagrante e dolorosissima apocalisse privata.

8) Peter David & AA.VV., X-Factor (tutti gli episodi pubblicati nel 2007), su “X-Men Deluxe”, Panini Comics
“X-Factor” è un fumetto che a rigor di logica non dovrebbe esistere: prende il via da eventi sviluppatisi altrove – House of M e Son of M –, raggruppa personaggi le cui storie si sono dipanate negli anni su una miriade di altre testate, si intreccia in continuazione con una raffica di re-boot e mega cross-overDecimation, X-Men: Deadly Genesis, Civil War –, è di fatto incomprensibile per chiunque non legga i fumetti della Marvel e, in particolare, le testate dedicate ai mutanti della Casa delle Idee.
Eppure “X-Factor” prospera rigoglioso laddove qualsiasi altro titolo sarebbe marcito. Merito innanzitutto di un Peter David ironico e maturo che sfrutta il Marvel Universe per quello che è: uno scenario vivo e autonomo che costituisce una terra parallela visitabile attraverso disegni e vignette.
Le storie di “X-Factor” assomigliano paradossalmente a vita vissuta: sfogliando i comic-book della serie sembra di affacciarsi su accadimenti che si dipanano qui e ora mentre vi si assiste, che possiedono un’autonomia sorprendente sia nei confronti delle esigenze commerciali di continuity, sia nei confronti dei fruitori stessi.
Non importa se lettori e fan sono presenti, non importa se lettori e fan l’acquistano regolarmente ogni mese: il serial “X-Factor” starebbe sempre lì, esisterebbe a prescindere e le vicende che propone continuerebbero a evolversi anche se l’albo in questione non venisse più pubblicato.
Nouvelle Vague supereroistica occultata tra le perverse pieghe del mainstream.


9) N. Gaiman – J. Romita jr, Gli Eterni, Panini Comics
In molti lo davano come un “disperso” eccellente, Mr Neil Gaiman. Coinvolto in una caterva di progetti extra-fumettistici dai risultati altalenanti seppur altamente pubblicizzati, il creatore di “Sandman” – serial di culto dei primi anni Novanta – non brillava da tempo nemmeno nell’ambito dell’industria dei comics, imbarcandosi in progetti che, in genere, pur viaggiando ben oltre la piena sufficienza, non guadagnavano mai certi picchi di eccellenza del passato.
Anche “Gi Eterni” non ha riscaldato gli animi dei lettori: eppure è proprio su questa maxiserie – illustrata da un John Romita jr potente ed evocativo – che Gaiman riesce a recuperare la verve degli anni d’oro.
Ne “Gli Eterni”, Gaiman recupera il concept di Jack Kirby e, senza tradirlo, ne esalta il valore mitopoietico “pop” che lo ha reso virtualmente indimenticabile.
Dialoghi impeccabili e carichi di ironia – con sapide prese in gi
ro della cultura di massa e del politicamente corretto –, un gusto per il fantastico che si traduce in visioni di ampissimo respiro, alternanza cronometrica di azione e commedia, dramma e poesia, horror e humour nero. E un rispetto profondo per le regole dell’industria e dell’intrattenimento.
Da (ri)valutare senza preconcetti e nostalgie mal dirette.


10) G. Berardi/L.Calza – C. Piccoli, Julia n. 105 – L’imitatore, Sergio Bonelli Editore
Bisognerebbe indagare, un giorno, sull’apporto fondamentale che lo sceneggiatore Lorenzo Calza sta fornendo alla collana “Julia”. I suoi testi sono ormai riconoscibilissimi – molto al di là della semplice menzione nei credits – e la storia intitolata L’imitatore attesta tutta la sua bravura: una sequenza d’apertura da manuale – lodi al disegnatore Claudio Piccoli – un comprimario occasionale – in questo caso un voyeur trasformatosi in testimone involontario di un delitto – che da solo meriterebbe una miniserie, uno sviluppo senza momenti di stanca, un finale all’altezza.
Il fumetto “popolare” nella sua dimensione ideale.
Menzioni storiche a pari merito


1) Carlos Sampayo – Francisco Solano Lòpez, Evaristo, su “Lanciostory” nn. 26-43 (2007), Eura Editoriale
Pubblicato un quarto di secolo fa sulla rivista “L’Eternauta”, la saga del commissario Evaristo, duro poliziotto della Buenos Aires degli anni Cinquanta, mantiene intatta tutta la sua forza e, se possibile, assume oggi nel nostro paese un valore ancora più forte.
Le sceneggiature oblique di Carlos Sampayo trovano in Solano Lòpez un esecutore grafico partecipe e commosso che illustra con segno denso una capitale argentina attraversata da fremiti inquietanti, del tutto simili a quelli che ci troviamo a vivere oggi in Italia.
Due episodi spiccano tra tutti: quello incentrato sul rapimento di un criminale nazista da parte del Mossad col tacito consenso del governo nazionale argentino (che richiama il recente caso dell’imam milanese Abu Omar) e quello degli zingari che fungono – come sempre – da capro espiatorio per le insicurezze sociali.
A quando un’edizione in volume che appare ormai indispensabile?



2) G. & F. Solano Lòpez – F. Solano Lòpez, Ana, 001 Edizioni
Dovrebbe leggerselo Giuliano Ferrara questo libro devastante e disturbante realizzato da un padre e un figlio costretti, negli anni Settanta, a fuggire dalle spire della dittatura argentina. Forse riuscirebbe a riflettere qualche istante in più sulla vacuità del suo proposito post-avanguardista.
Ana è la storia di una donna violata che viene travolta da una vita senza speranza; è l’atto di accusa di una persona fatta a pezzi dal potere, dalle ingiustizie sociali, dall’assenza di valori umani.
Opera sofferta, Ana è pura terapia artistica, tragedia catartica i cui pesanti inserti polemici e retorici non ledono la sua forza etica, morale e civile.
Attualissimo.


3) E.C. Segar, Popeye (vol. 1), Planeta DeAgostini
L’integrale del “Popeye” di Segar è un sogno che diventa realtà.
Nel nostro paese le strisce dedicate al marinaio guercio e forzuto erano sempre state presentate in modo disorganico, con continui rimontaggi delle vignette.
Ora, invece, la Planeta DeAgostini propone in libreria dei volumi di grande formato dove strip e tavole domenicali compaiono ordinate in maniera cronologica, con riproduzioni a colori e in bianco & nero e un adeguato apparato critico.
E poi Segar è un genio dell’umorismo e dell’avventura pura: chi ha conosciuto le gesta di Braccio di Ferro soltanto attraverso i cartoni animati, si ritroverà a leggere un capolavoro denso di azione, di atmosfere magiche, di battute sagaci.
Nota di merito al traduttore: riprodurre in maniera perfetta lo slang con cui Segar fa parlare molti suoi personaggi – Popeye, in primis – deve essere stato un lavoraccio degno di un qualche premio specifico.

Comics: Best of the Year 2010

Anche stavolta, come accade già da diversi anni, i ragazzi de Lo Spazio Bianco.it mi hanno chiesto di partecipare alla determinazione della classifica delle migliori opere a fumetti pubblicate in Italia nel corso del 2010.
Si tratta di un'operazione complessa e divertente che, sommando le liste inviate da molti, autorevoli giurati crea una TOP TEN di notevole interesse comprendente 10 novità e 3 menzioni storiche relative a opere più datate ma rieditate nel corso dell'anno in oggetto.

Questa è la mia PERSONALE:


1) D. Clowes: Wilson, Coconino Press
L’esistenza di un uomo sintetizzata in settanta tavole autoconclusive. Con uno stile ora realistico, ora caricaturale Clowes ci pone, ancora una volta, dinanzi alle nostre angosce più profonde, mostrandoci quante vacue chiacchiere, quanti momenti inutili, quanti ragionamenti bizzarri costituiscano l’ossatura della nostra vita. Il finale, triste, inquietante e liberatorio insieme, rappresenta da solo un capolavoro.


2) J. Sacco: Gaza 1956, Mondadori
Mentre tanti fumettisti nostrani giocano a fare il comics journalism, magari scegliendosi a botte di ricerca sul web l’argomento da trattare, ecco riapparire Joe Sacco. Che, ricordiamocelo, del vero comics journalism è stato un ideatore e un teorico. Stile grafico organico e particolareggiato, testi densi e ricchi di informazioni e, soprattutto, la voglia di comprendere e spiegare: Gaza 1956 amplia e integra i già vasti orizzonti aperti da Palestina.

3) Igort: Quaderni Ucraini, Mondadori
Nel nostro desolato Paese quando si dice “Ucraina” si pensa a badanti per arteriosclerotici, a Shevchenko e a Chernobyl (rigorosamente in quest’ordine). Igort ci rende invece partecipi di un viaggio appassionato nel cuore di una nazione martoriata e orgogliosa. Attraverso testi antiretorici, con un tratto grafico essenziale e pieno di compassione, Igort riporta finalmente alla luce le vicende e la cultura di un popolo che quasi non trova più posto sui nostri libri di Storia.

4) J. Aaron – R.M. Guéra: Scalped – Solo e sballato, Planeta DeAgostini
Il noir spopola: in letteratura, in TV, al cinema, nei videogame, nei fumetti. Tutti si sentono in grado di scrivere noir, il pubblico si immerge nelle crime stories aspirando a olografiche jungle d’asfalto e a perdizioni da operetta. Ma Aaron e Guéra spiazzano tutti: Scalped è il noir a fumetti più torbido e viscerale degli ultimi 15 anni (con buona pace di Ed Brubaker e Brian Azzarello), possiede davvero una rara tenuta narrativa e si svolge ai margini della civiltà metropolitana (pur descrivendola, comunque, perfettamente).


5) J. Dysart – A. Ponticelli: Unknown Soldier – La casa infestata, Planeta DeAgostini
Mescolare riflessione politica, denuncia giornalistica e thriller d’azione non è cosa da tutti. Dysart e Ponticelli riprendono un personaggio classico delle storie di guerra della DC Comics (l’Unknown Soldier di Kanigher e Kubert), ne rielaborano lo spirito seguendo le linee guida imposte da Garth Ennis negli anni Novanta (in una bellissima e importante miniserie omonima) e lo proiettano in un teatro di guerra rimosso collocato in una nazione dimenticata di un continente ignorato (l’Africa). Il risultato è un gioiello di ferocia e urgenza narrativa.


6) Makkox: La vasca, su “Il Canemucco” n. 2, Coniglio Editore
Il cartoonist italiano più personale, sensibile, evocativo, immaginifico emerso in questo primo scorcio di secolo si affranca dalle superiori libertà grafico-testuali del web e tenta di imporre la sua arte fumettistica sul supporto cartaceo. La vasca rappresenta un capolavoro di sintesi tra linguaggi, ambientato in uno scenario inedito (la zona costiera tra Gaeta e Formia, neo-paradiso della malavita campana) e con personaggi solidi e inquieti.

7) W. Ellis – J. Cassaday: Planetary – Archeologia Spaziotemporale, Magic Press
La conclusione di una delle saghe fantascientifiche e supereroistiche a fumetti più importanti degli ultimi due decenni. Lo sceneggiatore britannico Warren Ellis scrive storie d’azione infarcite di complesse tematiche scientifiche e trovate narrative che adattano alla contemporaneità le migliori idee della Golden Age. Il texano John Cassaday, dal canto suo, illustra come se fosse un Alex Raymond contemporaneo.


8) M. Millar – J. Romita sr: Kick-Ass (vol. 1 & 2), Panini Comics
Destinato puntualmente a vedere le sue opere deprezzate dalla critica Mark Millar porta avanti la sua peculiare visione del genere supereroistico che – quando non resta impelagato in opere chiaramente commerciali come Ultimate Avengers – riesce a esprimere abrasive considerazioni sui rapporti umani nell’epoca della civiltà mediatica. Splendidamente illustrato da Romita sr, Kick-Ass sembra una commedia di Judd Apatow rivista dallo sguardo malinconico di un Gus Van Sant e permeata di un pessimismo cosmico che ricorda addirittura Cormac McCarthy.


9) G. Hernandez: Luba in America, collana “Love & Rockets” vol. 18, Magic Press
Con pazienza e perseveranza sono quasi tre lustri che la Magic Press sta proponendo in Italia l’opera omnia degli Hernandez bros., tanto idolatrati da gente del calibro di Alan Moore e Neil Gaiman quanto, di fatto, criticamente e commercialmente ignorati nel nostro Paese. Luba in America – scritto e illustrato interamente da Gilbert Hernandez – è, ancora una volta, esemplare nel portare in scena un microuniverso che vive di vita propria e che, per assurdo, non avrebbe nemmeno bisogno dello sguardo dei lettori per esistere e palesarsi comunque in tutta la sua ricchezza visiva e concettuale.

10) P. David – F. Celoni/P. Mottura: Epic Mickey, collana “BuenaVista Lab”, Walt Disney Italia

Il Topolino di Epic Mickey è quello che tutti noi vorremmo tornare a vedere, soprattutto dopo la scorpacciata che la “cronologica” dedicata a Floyd Gottfredson (e pubblicata da RCS) ci ha generosamente offerto. Tratto da un videogame colto e di successo, sceneggiato da un Peter David volenteroso anche se non sempre a fuoco, Epic Mickey esplode grazie ai disegni di Celoni & Mottura. E ci riconsegna, in qualche modo, il Topolino avventuroso e guascone che forse solo Tito Faraci era stato in grado di re-immaginare.

Menzioni Storiche


1) D. Sim: Cerebus – Alta Società, Black Velvet
Il sacro Graal dell’editoria a fumetti italiana proposto finalmente nel nostro Paese in un’edizione impeccabile e con una traduzione all’altezza. Cerebus – assieme a Love & Rockets, ad American Flagg!, a Odio! – rappresenta un tassello fondamentale del comics indipendente nordamericano. E ci permette anche di addentrarci, in chiave critica, nel “dietro le quinte” di un’intera cultura fumettistica.


2) F. Gottfredson: Gli anni d’oro di Topolino, la serie completa, RCS/Disney Italia
Che un patrimonio inestimabile come le comics strip di Mickey Mouse realizzate da Floyd Gottfredson venga reso disponibile al grande pubblico in un’edizione curatissima, piena di “contenuti extra” e rispettosa del formato originale dell’opera, è una cosa già di per sé straordinaria. Se poi aggiungiamo che le avventure a fumetti di Mickey Mouse degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta hanno influenzato buona parte del fumetto popolare italiano dell’ultimo mezzo secolo…


3) P. Christin – J.C. Meziers: Valerian – L’integrale (vol. 2), 001 Edizioni
Prima di Star Wars, prima di Metal Hurlant, prima di Moebius e Caza lo sceneggiatore Pierre Christin e il disegnatore Jean Claude Meziers ideavano un universo a fumetti la cui freschezza e la cui vitalità sono giunte intatte fino ai nostri giorni. Storie come Mondo senza stelle o Benvenuti su Alflolol dovrebbero fungere da corso base per qualsiasi aspirante fumettista fosse intenzionato a darsi alla fantascienza o al fantasy. E il fatto che anche il sostrato satirico che permea ogni avventura di Valerian e Laureline sia rimasto pressoché inalterato la dice lunga sulla forza evocativa di questa saga.